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Lui & Lei

E’ solo un amico


di Sleepy699
10.12.2024    |    4.580    |    11 9.9
"Per fortuna il sesso non ha cambiato niente fra noi, e siamo rimasti grandi amici..."
Lui era bello, sì, e mi faceva ridere fino alle lacrime, ma sapevo che era gay, quindi l’idea che dal nostro incontro potesse nascere qualcosa di più che una bella amicizia non mi era nemmeno passata per la mente.
Dopo qualche mese che ci frequentavamo, però, lui mi ha confessato di avere avuto delle ragazze in passato, e anche se non era mai andato fino in fondo l’idea di fare sesso con una donna ancora lo eccitava.
Questo piantò un seme di curiosità nella mia mente.
Comunque, niente da segnalare fino a una notte della scorsa estate. Eravamo in un club, e tra noi c’era una tensione strana. Mentre stavamo ballando insieme, lui si avvicinò un po’ di più. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, poi sul sedere. Il suo bacino strusciò contro il mio, e mi accorsi che aveva un’erezione.
Dopo aver messo a fuoco il mio viso, colto di sorpresa nella flagranza dei pensieri peccaminosi, mi accorsi che prendeva a scrutarmi con un interesse morboso, finché non esclamò in tono allusivo: “So io cosa ci vuole per te, adesso.”
All’improvviso ci stavamo baciando.
«Andiamo a casa tua?», mi domandò.
Appena chiusa la porta dell’appartamento lo feci sedere sulla poltrona, accesi la musica inscenai uno spogliarello finendo per rimanere solo con gli slip e i sandali con tacco che lui trovava molto sexy.
Fece scivolare le mani sul mio seno e fui piacevolmente sorpresa della sua abilità tecnica. Prese a massaggiarlo delicatamente, avanti e indietro, sfiorandone i lati, disegnandone i contorni con le dita. Proseguì per un po’, per poi concentrarsi sui capezzoli. Con la punta dell’indice e del pollice li pizzicò leggermente uno alla volta, muovendo le dita dal basso verso l’alto. A differenza di altri uomini con i quali ero stata, mi chiedeva cosa mi piacesse.
Mi sfilò i sandali e cominciò a baciarmi i piedini soffermandosi a succhiarmi l’alluce come se volesse farmi un pompino. Adoravo quest’attenzione per i miei piedini, che tenevo sempre molto curati certa che qualcuno li avrebbe apprezzati come stava facendo il mio amico gay.
Poi risali’ al polpaccio, le gambe, l’interno delle cosce e scostò i miei slip. Gli offrii la fica liscia, depilata, ornata solo con una sottilissima striscia di peluria corvina sul pube. Il tocco del suo indice e medio si concentrava sul clitoride, battendolo e facendolo ruotare, e si produceva un riverbero umido che inondava l’ambiente di odori muschiati e di cannella. Cominciò a darsi da fare sul dolce pendio del mio sesso. Prese ad accarezzarmi con lingua le mie grandi labbra regalandomi brividi che risalivano i lombi quando lambiva il clitoride.
Gli affondai le dita tra i capelli mentre la sua lingua si muoveva su di me, prima lentamente, poi sempre più veloce, fino a farmi tremare le gambe. Risalì a baciarmi sulla bocca mentre mi sbottonava la camicetta e mi accarezzava i seni. Poi si ritrasse, si tolse i vestiti offrendomi una visuale perfetta del suo corpo. L’erezione era notevole e le vene del suo pene evidenti. Con le mani ai lati dei suoi fianchi leccai la punta guardandolo e, non appena strinse i denti di piacere, lo infilai in bocca fin dove potevo. Lo sentii bisbigliare «sì». Iniziai ad andare su e giù con la bocca, alternando con la lingua. Mi prese i capelli tirandoli su a coda, voleva guardarmi. Io già lo guardavo. Fu lui a farmi smettere, delicatamente mi spostò avvicinandomi a lui e prese a baciarmi selvaggiamente, mordendomi le labbra, mentre con due dita entrava nella vagina.
Ero completamente bagnata. Tremavo di piacere da mancarmi il respiro. Lo implorai di scoparmi.
Dopo avere indossato un condom, scivolò lentamente dentro di me. Poi mi misi sopra, a cavalcioni su di lui e iniziò a spingere con le mani sul mio sedere, muovendo il bacino. lo cavalcai con decisione. Non so bene quanto ci impiegai ma l’orgasmo arrivò quasi subito. Gridai e risi allo stesso tempo.
Non mi diede tregua e passò poi sopra di me a baciare la mia schiena, regalandomi un brivido ferino. Mi alzai un po’ più su e strusciai il suo pene tra le mie gambe e sul fondoschiena… sentii che aveva trovata la strada mentre gemevo dal piacere. Lo sentii entrare in quella via stretta mentre il mio sfintere lentamente si rilassava. Era come se fossi vergine e lui che godeva ancor di più. Spingeva, poggiando il suo peso sui miei lombi e le braccia distese sulle mie; incrociò le dita tra le mie e spinse, spinse ancora. Prese a penetrarmi con forza, con colpi sicuri e ripetuti, era finito il tempo della dolcezza.
Poi mi strinse a sé mentre veniva.
Fini’ poi che ci addormentammo entrambi in un groviglio sudato. Il mattino dopo ci guardammo e scoppiammo a ridere. Per fortuna il sesso non ha cambiato niente fra noi, e siamo rimasti grandi amici. Ma spesso ripenso a quella notte e come ha saputo farmi sentire donna.
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